WWG… un marchio registrato!
Marchio, marchi e aziende
Siamo così abituati a leggere e a scrivere, tutti i giorni, più volte al giorno, anche più di un documento alla volta che raramente ci soffermiamo a considerare parole, loghi, marchi e tutte le singole parti. Ecco cosa ci ha guidato durante un processo importante per registrare il nostro marchio, salvaguardare una delle risorse WWG e migliorare continuamente la brand identity.
Marchio registrato cosa vuol dire?
La “r” che da qualche giorno si nota accanto al marchio WWG sui canali social, sul sito web e sulle nostre altre comunicazioni ufficiali indica che il nostro marchio è stato registrato. La registrazione è stata portata a termine con successo dopo un processo di verifica abbastanza complesso. WWG, tuttavia, grazie alla sigla Ⓡ, ora ha il massimo grado di protezione legale.
Perché abbiamo pensato fosse imprescindibile ottenere tutto ciò e avere un marchio registrato? Crediamo così tanto nel nostro modo di lavorare che tutelando il marchio siamo certi di proteggere anche alcune idee.
I perché di una tutela del marchio
La legge prevede che si possa usare la “r” di marchio registrato solo quando si è ottenuto il certificato di registrazione. Perciò può usare il simbolo ® solo chi ha superato l’esame dell’ufficio competente ed è in possesso del documento che ne attesta la proprietà del marchio.
Aldilà dell’iter da seguire per registrare il proprio brand, WWG con questa scelta cerca di evitare il rischio di manipolazione del marchio e allo stesso tempo intende trasmettere ai clienti, potenziali e non, i partner e i fornitori che l’azienda ha investito sul proprio marchio, provvedendo a tutelarlo quale diritto esclusivo.
I vantaggi del marchio registrato?
Non si può dire con esattezza quali e quanti caratteri, o font, siano stati realizzati solo nella giornata di oggi in relazione a società, aziende, startup, associazioni o gruppi di lavoro. Nell’impiegare la scrittura, o piegarla a una necessità di comunicazione, spesso se ne perde l’origine o se ne sottostima il privilegio: questa capacità di trasformare un sapere orale, un contenuto immateriale, in qualcosa di più solido anche se altrettanto fluttuante. Niente pare allora più definito e conclusivo di questo metter nero su bianco. O, come vedremo, rosso su viola.
Vogliamo utilizzare il marchio da subito. Non tutti sanno infatti che, dal momento in cui un marchio viene registrato, il proprietario ha un dovere da rispettare, pena il rischio di vedersi cancellare il segno dai registri: è l’onere di utilizzo.
Con il proprio brand, WWG non vuole sottolineare le proprie attività, “decorare” il lavoro svolto con i propri clienti. I potenziali clienti che si trovano di fronte al nostro marchio, e in generale tanti che non hanno mai sentito parlare di WWG, sono come pescatori seduti sulla riva di un fiume. Cercano di pescare, tra tante frasi, immagini, icone qualcosa che abbia senso, sia rassicurante e racconti una storia. La storia giusta attrae le persone giuste in mezzo a tante storie sbagliate. È necessario giustificare la propria presenza forte tra tante. Cosicché viene qualche volta da chiedersi se i segni con cui si realizzano i brand riescano a distinguersi o non contribuiscano, loro malgrado, ad accrescere il rumore di fondo.
Il brusio troppo spesso impedisce il riconoscimento dei suoni giusti. Per questo vale la pena condividere qualche informazione su come è nato il marchio registrato della software house WWG.
La storia di WWG
Applicando una ® ovunque (sul sito, sui materiali informativi, le brochure, i materiali promozionali…) si sceglie in fondo di raccontare nuovamente la storia del nostro brand: perché abbiamo scelto un nome e a quali valori si riferisce.
Mai come in questo caso il principio di “less is more” è stato posto come principio fondante della comunicazione WWG. Dopo 20 anni di attività nel settore IT c’è sembrato il modo giusto per ripensare da capo la nostra comunicazione.
Scelta dei colori: il viola e il rosso
Nel romanzo Il colore viola, Alice Walker si inventa un personaggio che all’inizio è un po’ superficiale, ma con il passare del tempo sviluppa un’attenzione e una profondità davvero ammirevoli. Tanto che un suo pensiero offre lo spunto per il titolo: «Credo che Dio si arrabbi se, per esempio, uno passa vicino al colore viola in un campo senza notarlo». Per Shug il viola è la prova della gloria e di un tipo di generosità che viene dall’alto.
La storia dei colori dà molte prove: il viola è un colore molto importante. Nello spettro dei colori si posiziona tra il porpora, segno di ricchezza ed elevato status sociale, e il malva, sorta di colorazione chimica artificiale che nell’Ottocento aveva come obiettivo trasformare il viola in un colore più democratico e popolare. Il viola quindi è un colore che unisce dopo aver diviso. La sua potenza è ben rappresentata da queste due sfumature, una molto antica e una molto recente.
Al viola si riconosce uno status speciale in diverse culture e in diversi contesti. È per esempio uno dei principali colori liturgici del cattolicesimo e poiché nel Medioevo durante la Quaresima erano vietati gli spettacoli, tra i teatranti italiani è ancora oggi una tinta tabù, un colore con degli strani poteri. Anche dall’altra parte del mondo, in Giappone, il murasaki era un tipo di viola intenso considerato kin-jiki, cioè un colore proibito, vietato alla gente comune.
Tutti sono attirati dall’altro colore di WWG, invece. Difficile non scegliere il rosso. L’uomo lo usa dal VI e il IV millennio a.C. Gli egizi avvolgevano i propri cari in sudari tinti con l’ematite. I romani estraevano dalla cocciniglia il rosso con cui decoravano le divise riservate ai generali.
Molti esperimenti vengono fatti tutti i giorni inserendo il rosso in comunicazioni di ogni genere: divise, cartelloni, icone, sfondi ecc ecc. Fino al rinascimento inserire una donna dai capelli rossi in un dipinto significava inserire un talismano, un elemento magico nel proprio disegno.
Il rosso fa pensare al potere, alla sensualità, ma anche alla responsabilità. Non è ancora oggi davvero chiaro perché Enzo Ferrari, a un certo punto, scelse il rosso per le sue macchine veloci, ma una cosa è certa: quando si pensa a una Ferrari la mente va immediatamente a un tono sfacciato, coraggioso e con una marcia in più.
Le linee del marchio WWG
Nel nuovissimo logo registrato, costituito da lettere piatte, sono evidenti le linee taglienti a indicare un percorso diretto, rapido e senza scorciatoie. La linea scelta per il brand WWG come una traiettoria che procede inesorabile verso la fine, l’ultima lettera. Una linea che si “gode” il viaggio nella sua interezza accettando il proprio destino, va avanti inesorabilmente, abbracciando l’ignoto con curiosità ed entusiasmo.
Il logo WWG, ribaltando, giocando e sperimentando, diventa il numero 33. Due cifre che in numerologia hanno un significato davvero intrigante. È un numero maestro, come 11 e 22. Per alcuni, il 33 accompagna un risveglio spirituale portando luce nelle zone oscure di sé stessi. Per la numerologia il 33 richiede un certo grado di responsabilità a chi lo porta, o lo sceglie perché va considerato una lanterna accesa. Lo strumento adatto per chi intende gettare uno sguardo nuovo verso le vette dell’inesplorato.
I valori
Ecco i valori su cui abbiamo lavorato per costruire il marchio WWG
Be small, be quick, think big
È una scelta forte quella di restare piccoli. Anche quando si sta diventando grandi. Significa vivere tutti i giorni con l’entusiasmo delle origini, non perdere la frenesia che si ha quando la propria idea diventa qualcosa di concreto. Hai mai pensato che startup, oltre a una tipologia d’azienda potesse essere un mindset? Volevamo che il brand WWG trasmettesse almeno un pochino di un potere in cui crediamo. Un elemento che hanno gli uomini di successo e i bambini: la magia dell’immaginazione.
Ci vuole oggi davvero molta immaginazione per risolvere i problemi, salvare i propri progetti di business e aggiornare in continuazione il proprio team di lavoro. Abbiamo cercato di guidare il design team verso questa idea di miglioramento che parte in piccolo e alcune volte vuole rimanere così.
Il marchio registrato WWG vuole far capire come funziona il gruppo di lavoro WWG: orgogliosamente piccolo, combattivo, creativo e in opposizione al pensiero dominante. Alcune volte è necessario staccarsi da una maggioranza per mantenersi piccoli, liberi e indipendenti.
“Abbiamo sempre fatto così” è una frase che non ci piace. Al contrario, la diversità può aiutare a capire la complessità del mondo in cui viviamo ed educare nuove e vecchie generazioni – i professionisti con cui ci confrontiamo tutti i giorni – a quel dialogo che è l’unica prospettiva ragionevole per pianificare il futuro.
Il confronto fa crescere. La crescita si traduce in quel dinamismo che crediamo sia presente negli studi fatti sul nostro marchio dal nostro team creativo.