Configuratori 2D e 3D: gamification e fidelizzazione del cliente
Nel mercato odierno uno dei fattori di maggior importanza è senz’altro l’engagement del cliente, ovvero la sua “fiducia” nei confronti dell’azienda, che si trasforma poi in un legame tale da tramutarlo in cliente.
Alla luce di questa basilare considerazione è possibile stilare una lista di quelle che sono le pratiche più efficaci per ottenere questo risultato.
Senza dubbio fornire ai clienti la possibilità di poter personalizzare a proprio piacimento il prodotto desiderato aumenta sensibilmente l’engagement e rafforza allo stesso tempo la credibilità del venditore.
Ciò è possibile grazie ai configuratori 2D e 3D di prodotto che, lavorando attraverso un’interfaccia visuale, permettono di personalizzare un oggetto cambiandone a piacimento materiali, colori e aggiungendo accessori e optional di vario genere in un processo definito “mass customization”.
Alcuni studi hanno però messo in evidenza come la presenza di una troppo vasta possibilità di scelta possa potenzialmente generare confusione e smarrimento nel cliente, portandolo quindi a non decidere mai e non acquistare il prodotto.
Il compito del configuratore, quindi, è quello di guidare passo per passo il cliente nella scelta, basandosi sulle famose “4 C” definite dalla studiosa Sheena Iyengar:
- Cut: offrire al cliente solo le principali opzioni di personalizzazione, considerando che un’eccessiva possibilità di scelta potrebbe appunto generare disorientamento.
- Concretize: il configuratore deve garantire, attraverso le tecniche di rendering più avanzate, una visualizzazione chiara e ottimale del prodotto.
- Categorize: raggruppare in categorie ben definite le opzioni di personalizzazione, per fornire all’utente un “percorso” chiaro e univoco da seguire.
- Condition: partire dalle scelte più semplici per arrivare gradualmente a quelle più complesse. Per evitare l’effetto “tabula rasa” è utile inoltre fornire dei preset con alcuni esempi di personalizzazione, in modo da stimolare la creatività e il coinvolgimento del cliente.
Quest’ultimo concetto è di particolare importanza nell’impiego dei configuratori: essi si basano infatti sul criterio di “gamification”, ovvero sull’utilizzo di elementi e principi propri del game design in ambiti differenti.
In altre parole, il configuratore fa leva sul divertimento e l’interattività dell’utente, stimolandone determinati comportamenti attivi attraverso alcune meccaniche ludiche che rendono divertenti e piacevoli delle azioni quotidiane e/o generalmente considerate banali.
Inoltre, la possibilità di personalizzare un prodotto suscita nel cliente la sensazione di creare qualcosa di unico e totalmente caratteristico, con conseguente gratificazione.
L’utilizzo dei configuratori e il concetto di gamification sono ormai sempre più diffusi e affermati, e con il tempo hanno smentito quella parvenza di leggerezza e superficialità che inizialmente li permeava, fornendo conferme in costante aumento a livello di affidabilità e profitti.